Of waves and spirals

18 June17 July 2022

Opening: 17 June, h.19

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Con video di Shiraz Bajoo & Shivanjani Lal, Mati Jhurry, Kama La Mackerel, Amanda Ramaswamy, Vashish Soobah, Sophie Soobramanien. Testo di S. Himasha Weerappulige. Poster di Siria E.Judaha. A cura di Vashish Soobah.

Onde, conchiglie e zucchero. Memorie frammentate, perse, poi ritrovate e ricucite. Queste sono alcune delle tematiche che tessono il filo rosso di questa rassegna Mauriziana. Ma proprio come Mauritius, questa rassegna è viandante, ed interseca molteplici geografie e storie.
Il titolo della raccolta, richiama gli elementi naturali dell’isola ed il moto dei suoi abitanti e delle sue diaspore, le quali si riconnettono tramite una dimensione oceanica, ma digitale. Essi compiono un moto in parte circolare, che ricorda le parole di Glissant ne ‘La Poetica del Diverso’, dove l’autore spiega il paradosso diasporico di un “tutto [che] parte da un luogo e lì fa ritorno, circolarmente”. Ma anche un moto, che al contempo, si sposta dal proprio punto di origine e si estende verso l’esterno. Non un cerchio che si chiude, ma una spirale che si espande infinitamente partendo dal suo centro.
A curare la raccolta è Vashish Soobah, artista multidisciplinare, che nei suoi anni londinesi viene catapultato in una realtà di razzializzazione e multiculturalità diversa da quella italiana, dove era cresciuto. Conosce comunità e creativ3 più volte migranti, le cui identità si ritrovano costantemente declinate in nuove geografie e nuovi modi. Un processo storico antico come il mondo e antico come l’arcipelago mauriziano. Come parte di una sua pratica di mappatura più ampia, sono raggruppate opere di divers3 artisti3 ed esperienze. Chi racconta l’isola con i piedi immersi nelle sue acque e le mani nelle sue sabbie, e chi la racconta da lontano, cercandola nel racconto degli anziani.

‘Nadi’ di Shiraz Bajoo e Shivanjani Lal è un un'installazione audiovisiva che racconta di storie condivise attraverso geografie diverse, ma accomunate da storie di sfruttamento, dove il linguaggio ancestrale diviene un luogo di resistenza.
‘Où est la pouce’, un diario di bordo non lineare di Sophie Soobramanien, racconta del suo ritorno alle Mauritius e della frizione che si crea tra sentimenti contrastanti che caratterizzano tale spostamento. Un collage cacofonico che pone una serie di domande su cosa significhi tornare ad un posto nel quale non si è mai vissuti.
‘We can escape to the great sunshine’ di Mati Jhurry, mette in luce la vulnerabilità di colei o colui che cerca di riconnettersi alla terra di origine, con un abile mosaico di immagini e giustapposizioni che sottolinea la frammentarietà dell’esperienza.
‘A Refinement’ di Amanda Ramaswamy invece indaga archi temporali e processi storici sporcandosi le mani con la chimica degli elementi e la sua materialità. Apre un'indagine poetica sullo zucchero e le sue proprietà, fisicamente, metaforicamente e storicamente, facendone un veicolo per esplorare concetti di razza, lavoro ed identità nell’isola.
‘Wet tongues’ di Kama La Mackerel, con un gioco di poesia e gesti tattili porta avanti la sua pratica di guarigione collettiva da un passato coloniale.
“Mandir Capitolo II” di Vashish Soobah è un breve documentario autobiografico che seziona i concetti di appartenenza e di casa, intrecciando interviste e flussi di pensiero che vanno dalla sfera pubblica vissuta dall’artista a quella familiare.

Queste sono le storie che si raccoglieranno a Torino il 17 di Giugno. Una mostra che non si declina solo sul piano Mauriziano ed internazionale, ma anche sul piano italiano, rimettendo in discussione le pratiche di curatela nostrane e ponendo l’accento sull’importanza dell'autonarrazione in tutti i vari stadi del ‘fare arte’. Difatti, con il supporto di Almanac, la rassegna è interamente costruita da persone razzializzate e provenienti da background plurali.
Con questi racconti visivi creoli, alla deriva tra spazio e tempo, gli artistз ed il curatore, in maniera frammentaria ma corale, si raccontano e cullano lo/la spettatorз.

Almanac Inn è sostenuto da Fondazione CRT e Fondazione Compagnia di San Paolo.

 

with Shiraz Bajoo and Shivanjani Lal, Mati Jhurry, Kama La Mackerel, Amanda Ramaswamy, Vashish Soobah, Sophie Soobramanien. Curated by Vashish Soobah. Text by S. Himasha Weerappulige. Poster by Siria E.Judaha.


Waves, shells and sugar. Fragmented memories, lost, then rediscovered and mended. These are some of the themes that weave the red thread of this Mauritian exhibition. But just like the island of Mauritius, the exhibition wayfarers and intersects multiple geographies and histories.
The title of the collection recalls the natural elements of the island and the movements of its inhabitants and diasporas, where the latter reconnect via an oceanic, yet digital dimension. The movement that is performed is partly circular. It reminisces Glissant's words in 'Introduction to a Poetics of Diversity', where the author explains the diasporic paradox of an “all [that] starts from one place and comes back to it, moving in a circle." Yet at the same time, such movement moves from its point of origin and extends outwards. Not a closed circle, but a spiral that infinitely extends from its centre.
The collection is curated by Vashish Soobah, a multidisciplinary artist, who during his London years, found himself elaborating a new dimension of racialization and multiculturalism, quite different from the Italian one in which he grew up. There, he met numerous communities and creatives who had migrated multiple times, and whose identities had been perpetually shaped into new geographies. A process as old as history, and as old as the Mauritian archipelago. As part of his wider mapping practice, Vashish weaves together works by different artists and experiences. Some narrate the island whilst having their feet immersed in its waters and hands in its sands, and others recount it from afar, seeking the islands in the stories of the elders.

‘Nadi' by Shiraz Bajoo and Shivanjani Lal is an audiovisual installation that spans across different geographies, bound by indentured histories. Ancestral language becomes a place of resistance.
'Où est la pouce' is a non-linear journal by Sophie Soobramanien, recounting her return to Mauritius and her conflicting feelings. A cacophonic collage that explores what it means to go back to a place where one has never lived.
'We can escape to the great sunshine'' by Mati Jhurry is a skilful mosaic of images and juxtapositions that emphasise the sense of vulnerability and the fragmentation of experiences encountered when reconnecting to one’s land of origin.
'A Refinement' by Amanda Ramaswamy, on the other hand, investigates time frames and historical processes, getting her hands dirty with the chemistry and materiality of things. She opens a poetic investigation on sugar and its properties to be intended physically, metaphorically and historically, Sugar becomes a vehicle to explore concepts of race, work and identity on the island.
'Wet tongues' by Kama La Mackerel, uses poetry and tactile gestures to promote a practice of collective healing from colonial pasts.
“Mandir Capitolo II” by Vashish Soobah is a short autobiographical documentary that explores the concepts of belonging and home, trough interviews spanning from the artist’s public sphere trough to his family life.

These stories will be gathered in Turin on June 17th. ‘Of Waves and Spirals’ is an exhibition that not only develops on a Mauritian and international level, but also on the Italian one, as it calls into question the local curatorial practices, emphasising the importance of self-narration at all stages of the art-making process. In fact, with the support of Almanac, this exhibition is entirely assembled by people coming from racialised and plural backgrounds.
Via creole visual tales, adrift between space and time, the artists and the curator tell their stories and lull the spectator in a fragmentary yet choral manner.


Almanac Inn is supported by Fondazione CRT and Fondazione Compagnia di San Paolo.

 

Mati Jhurry, We can escape to the great sunshine, 2017, video HD, 6’27"

Sophie Soobramanien, Où est la pouce?, 2019, video HD, 58’00"

Amanda Ramasawmy, A refinement, 2019, video HD, 4’53"

Kama La Mackerel, Wet tongues, 2022, video HD, 5'00"

Shiraz Bayjoo and Shivanjani Lal , Nadi, 2021, video HD, 4’35"

Amanda Ramasawmy, A refinement, 2019, video HD, 4’53"

Mati Jhurry, We can escape to the great sunshine, 2017, video HD, 6’27"

Sophie Soobramanien, Où est la pouce?, 2019, video HD, 58’00"

Amanda Ramasawmy, A refinement, 2019, video HD, 4’53"

Vashish Soobah, Mandir Capitolo II, 2022, video HD, 7'00"